Director: Luca Guadagnino
Production: The Apartment Pictures, Wildside, Small Forward Productions, Sky Studios
Su We Are Who We Are sono stato chiamato a realizzare due visual al giorno, che detta così sembra una passeggiata. In realtà il lavoro consisteva nel girare per una Base NATO dismessa, abbandonata e trasformata in mega-cantiere, fare rilievi e scattare foto, poi passare a relazionarsi con tutti i sottoreparti dell'Art Department per chiedere ogni informazione possibile su come ogni angolo e dettaglio architettonico ed elemento d'arredo di quella base o di altri set sarebbero stati trasformati, ammesso che qualcuno in quei sottoreparti avesse già una risposta da darmi e soprattutto una risposta aggiornata. Solo una volta raccolte le informazioni, potevo recarmi davanti al computer per buttare giù in poche ore due visual corrispondenti a quanto rilevato e che restituissero quando desiderato in quel momento... ogni elemento inserito nei visual doveva ovviamente rispettare dimensioni, quote e aspetto di quanto preventivato.
Per fare qualche esempio, non potevo piazzare su quella parete di fondo un televisore a caso... se la parete era larga 6 metri e il televisore inserito in budget era uno specifico 40 pollici, dovevo capire le dimensioni reali, cercare in rete il modello e disegnare quel televisore col suo giusto ingombro. Se su quella via erano previsti solo 7 lampioni e 5 alberi, dovevo capire che tipo di lampioni, quanto alti, che tipo di alberi, quanto alti e inserirli nei punti giusti, in scala... nella camera da letto della villa dei Russi dovevo inserire mobili e complementi scelti dal reparto di arredo, dopo aver capito ovviamente materiali, aspetto, dimensioni... la torre di lancio ancora in fase di progettazione e da piazzare in mezzo a quelle baracche sul fondo, quanto era alta? Dov'era precisamente posizionata? Parallela ad altri edifici o ruotata? E come l'avremmo vista da dove è stata scattata la fotografia? Tutto questo va reso palese a chi pensa che il visual da production design sia come uno di quei bellissimi sketches d'ispirazione che vengono realizzati quando si sta producendo un film d'animazione o un videogame.
Si lavorava tutti insieme in una delle baracche della base, adibita momentaneamente ad Art Department, mentre fuori operai e mezzi da cantiere procedevano senza sosta e mentre ogni tanto i generatori saltavano e qualche step di lavoro andava perso...
Ho assistito a crisi isteriche, litigi e divertenti siparietti, ma direi che il production designer Elliott Hostetter e la nostra Monica Sallustio, Art Director, se la sono cavata egregiamente. E' stata un'esperienza temprante.
Per fare qualche esempio, non potevo piazzare su quella parete di fondo un televisore a caso... se la parete era larga 6 metri e il televisore inserito in budget era uno specifico 40 pollici, dovevo capire le dimensioni reali, cercare in rete il modello e disegnare quel televisore col suo giusto ingombro. Se su quella via erano previsti solo 7 lampioni e 5 alberi, dovevo capire che tipo di lampioni, quanto alti, che tipo di alberi, quanto alti e inserirli nei punti giusti, in scala... nella camera da letto della villa dei Russi dovevo inserire mobili e complementi scelti dal reparto di arredo, dopo aver capito ovviamente materiali, aspetto, dimensioni... la torre di lancio ancora in fase di progettazione e da piazzare in mezzo a quelle baracche sul fondo, quanto era alta? Dov'era precisamente posizionata? Parallela ad altri edifici o ruotata? E come l'avremmo vista da dove è stata scattata la fotografia? Tutto questo va reso palese a chi pensa che il visual da production design sia come uno di quei bellissimi sketches d'ispirazione che vengono realizzati quando si sta producendo un film d'animazione o un videogame.
Si lavorava tutti insieme in una delle baracche della base, adibita momentaneamente ad Art Department, mentre fuori operai e mezzi da cantiere procedevano senza sosta e mentre ogni tanto i generatori saltavano e qualche step di lavoro andava perso...
Ho assistito a crisi isteriche, litigi e divertenti siparietti, ma direi che il production designer Elliott Hostetter e la nostra Monica Sallustio, Art Director, se la sono cavata egregiamente. E' stata un'esperienza temprante.